ORIGINE DEL LAGO DI COMO
Le caratteristiche litologiche delle formazioni rocciose lariane consentono di ricostruire l'evoluzione subita dall'area nel corso delle ere geologiche.
La situazione attuale è il risultato dei movimenti delle masse continentali che, in centinaia di milioni di anni, separando e riunendo le terre emerse, originando le catene di montagne, ha messo in moto notevoli processi di estinzione e di evoluzione degli organismi, il cui rinvenimento in forma fossile consente di ricostruire l'ambiente in cui sono vissuti.
Oltre 200 milioni di anni fa, verso la fine del Triassico, l'area lariana si trovava probabilmente in una zona tropicale costiera del Golfo della Tetide, ossia l'oceano che ha separato per buona parte dell'Era secondaria i continenti africano ed europeo.
Era un ambiente in continua evoluzione, con fasi alterne di regresso e innalzamento delle acque: nel corso di milioni di anni grossi spessori di sedimenti si deposero in mare in ambienti diversi tra loro.
Il periodo compreso tra 95 e 50 milioni di anni fa fu caratterizzato da pesanti mutamenti ambientali.
Imponenti spinte tettoniche, legate alla chiusura dell'antico oceano interposto tra la placca euroasiatica e la placca africana, diedero origine ad un generale raccorciamento crostale e alla conseguente progressiva chiusura del Golfo della Tetide e all'inizio del corrugamento delle zolle continentali, destinato poi ad evolversi nella formazione di imponenti catene montuose.
Gli innalzamenti della crosta terrestre e lo spostamento verso nord dei continenti causarono anche mutamenti nel clima, che diventò più freddo ed umido.
Fiumi e torrenti impetuosi erodevano le montagne in formazione e portavano grandi quantità di materiale detritico nella Tètide, che quindi, oltre a restringersi nella superficie, tendeva a colmarsi di sedimenti.
Le rocce che testimoniano questi eventi, costituiti da un'alternanza di livelli di conglomerati, arenarie e argilliti, sono denominate flysch.
Tra 60 e 40 milioni di anni fa si verificò la fase più intensa della formazione delle Alpi; la Tètide si chiuse completamente e lo scontro tra le due zolle continentali portò alla nascita delle catene montuose tra cui le Alpi occidentali (a nord della Valtellina).
Il prisma sedimentario lungo l'antico margine africano si deformò ulteriormente in falde che diedero origine ad una larga catena che comprende tra l'altro le Prealpi (a Sud della Valtellina), le Alpi Orientali e altre catene sino all'Iran meridionale.
I due continenti vennero in tal modo a costituire una sola massa, la cui linea di sutura è rappresentata dal grande solco della Valtellina, impostato nel suo tratto inferiore, quasi rettosecondo i paralleli, su una grossa faglia detta Linea Insubrica o del Tonale.
Circa 35 milioni di anni fa si verificò una nuova ingressione marina.
Le rocce che testimoniano questo evento sono rappresentate dall'unità denominata Gonfolite.
La loro formazione è legata al rapido ed intenso smantellamento dei rilievi alpini in fase di sollevamento da parte di uno dei principali corsi d'acqua allora esistenti.
Questo grande fiume (probabile antenato dell'attuale Adda) dopo aver attraversato la Valtellina e la valle attualmente occupata dal ramo di Como del Lario, sfociava nel mare in corrispondenza della piana oggi compresa tra Como, Chiasso e Mendrisio, a sud di una ripida costa rocciosa a falesia.
Qui il corso d'acqua, contraddistinto da una notevole portata, andò depositando l'enorme quantità di sedimenti erosi che aveva in carico, formando così un vasto delta di mare profondo.
Per dare un'idea delle dimensioni di questo delta marino, si ricorda che la fascia di affioramento della Gonfolite si estende dal Lago Maggiore alla Brianza e che, nella zona di Como, lo spessore massimo di questi depositi è di circa 1600 m.
Questa conformazione rocciosa è costituita da conglomerati, arenarie e marne, prodotti dalla trasformazione dei sedimenti ghiaiosi, sabbiosi e argillosi, trasportati dal corso d'acqua. L'area lariana emerse definitivamente dal mare circa 10 milioni di anni fa e fino all'inizio dell'Era quaternaria le sue caratteristiche morfologiche vennero determinate dagli agenti atmosferici e dai corsi d'acqua che a quei tempi scendevano dalle vallate alpine.
Il lago di Como non esisteva ancora, mentre la Pianura Padana era sommersa dal mare fino all'incirca all'altezza di Milano.
Nelle vallate attualmente occupate dal lago scorrevano due fiumi; il primo, il Paleoadda,
proveniente dalla Valtellina scendeva verso sud, lungo l'attuale ramo comasco del lago.
Il secondo nasceva dalla zona montuosa allora esistente tra Bellagio e Varenna, scorreva nell'attuale ramo di Lecco e sfociava nel Mare Padano, poco a est del Paleoadda.
In passato si riteneva che i grandi laghi vallivi lombardi, propriamente detti prealpini, occupassero conche rocciose scavate dai ghiacciai dell'era quaternaria.
Recenti studi hanno invece dimostrato che il fondo roccioso è posto al di sotto di una spessa coltre di depositi alluvionali, rocce che le masse di ghiaccio, nel loro fluire, hanno solo in parte asportato.
E' stata così ricostruita parte dell'evoluzione delle grandi vallate lombarde, formatesi milioni di anni addietro.
A causa dell'abbassamento del livello del Mediterraneo verso la fine del Miocene, le vallate lombarde aumentarono gradualmente il loro fondo, eroso da acque tumultuose, tanto che la stessa Pianura Padana si trasformò in un grande bacino vallivo, collettore di numerosi fiumi e torrenti.
Quando le acque marine sommersero nuovamente le valli, enormi masse di detriti, solo in parte successivamente erose dai ghiacciai, si sedimentarono sul fondo.
Nella futura area mediterranea, sede di così radicali variazioni paleogeografiche, il clima, come si deduce dall'analisi delle facies e dei fossili, cambiò gradualmente da caldo a temperato, per giungere alla fine dell'Era a punte temperato-fredde (come oggi).
All'inizio dell'Era Neozoica o Quaternaria, circa due milioni di anni fa, l'aspetto delle terre e dei mari è ormai quello attuale ma il fenomeno più importante è un forte raffreddamento climatico, una glaciazione che portò i ghiacci polari a ricoprire terre oggi poste nelle regioni temperate.
Questa fu la prima di una serie di cinque glaciazioni, alternate a fasi interglaciali durante le quali le temperature aumentavano e i ghiacci si ritiravano. Il ghiacciaio che più direttamente ha interessato il nostro territorio fu quello dell'Adda ("ghiacciaio abduano") che nel periodo di massima estensione aveva una lunghezza di 220 km (dallo Stelvio alle porte di Monza).
La struttura della Linea Insubrica ha condizionato e guidato l'azione dei ghiacci, che nei periodi glaciali provenivano da nord, cioè dalla Val S. Giacomo – Val Mera e dalla Valtellina.
Le colate glaciali si congiungevano in prossimità di Colico, raggiungendo uno spessore di 1300 m, e defluivano poi lungo la grande vallata del Paleoadda, bloccata ad est dalla soglia montuosa di Bellagio-Varenna. Giunto in corrispondenza del Monte S. Primo il ghiacciaio si divideva in due e mentre il ramo occidentale oltrepassava Como, terminando nella zona di Cantù-Cucciago, la diramazione più a est, superato Lecco con uno spessore di ancora 700-800 m, raggiungeva le località di Paderno e Calusco d'Adda.
E' evidente che eventi di tale portata abbiano influenzato notevolmente l'aspetto morfologico del territorio ed alla fine dell'ultima glaciazione würmiana, che ebbe il suo apice circa 20.000 anni fa, l'azione erosiva esercitata dalle masse glaciali aprì il varco in corrispondenza di Bellagio-Varenna facendo deviare il corso dell'Adda, che defluì nel ramo lecchese del Lario, alterando e modellando nel corso dei millenni l'orografia dell'ambiente circostante e scavando i profondi canyon che ora vediamo.
L'Era Quaternaria terminò circa 10 mila anni fa, quando i ghiacci si ritirarono per l'ultima volta, ponendo fine ad un lungo periodo glaciale e lasciando i segni più evidenti nella morfologia del nostro territorio, con le valli e le colline che formano l'anfiteatro morenico che degrada verso lapianura padana, cosparse di massi erratici trasportati dalle lingue glaciali.
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